sabato, marzo 04, 2006

 

Prodi legge il programma sbagliato ai lavoratori, ma la platea applaude lo stesso

Ad essere sinceri il termine esatto è standing ovation, e questo non c’è dubbio è per riportare un po’ di par condicio, dopo quelli per il cav. del congresso americano.

La platea non è proprio la stessa, stiamo parlando della platea degli ubbidenti lavoratori della CGIL.

Ma veniamo ai fatti.
Il pio Prodi, forse emozionato dalla folla, afferra il foglietto sbagliato, ed anziché leggere quello preparato per i lavoratori tira fuori la predichina destinata all’assemblea della confindustria.

Ad essere sinceri l’ufficio stampa dell’Unione (e lo stesso Prodi) non ha mai ammesso lo sbaglio, ma io sono convinto che di ciò si sia trattato. La dimostrazione è nella stessa ricetta che ha proposto:

"In primis, trasferimento tecnologico per aumentare il tasso di innovazione delle produzioni;
secondo, la crescita dimensionale delle imprese con interventi fiscali e normativi che favoriscano le fusioni, le acquisizioni, la nascita di gruppi e il consolidamento dele filiere;
terzo, l'internazionalizzazione con sostegni concreti alle imrpese che esportano;
quarto, la nascita e lo sviluppo di imprese in nuovi settori". *


Ora a parte il punto quarto, che più che una ricetta mi sembra una speranza, ed è stato evidentemente inserito per dare ritmo serioso alla frase. (insomma un classico 4/4 anziché un allegro 3/4 da Valzer), i primi tre punti sono desideri, sogni, visioni, brame, chimere dei baroni più baroni che si nascondono all’interno della confindustria (ovviamente a scapito delle piccole imprese, dei lavoratori e dei consumatori)

La mia preferita è:”interventi fiscali per favorire le fusioni”. Il grande (da anni sempre gli stessi) mangia il piccolo. Magari artigiano, magari piccola impresa.
Insomma quella cosa che solitamente le banche (ma a volte anche le assicurazioni) hanno le mani in pasta, e per le quali il buon Consorte è considerato un esperto. Cavoli le sue consulenze sono pagate con cifre da capogiro!

Ma il bello è che la platea della CGIL, forse prestando ancora fede al vecchio precetto dell’obbedienza, cieca, pronta ed assoluta, si è alzata in piedi ed ha applaudito a gran voce.

Non è finita.
Nemmeno alla stampa tradizionale è parso strano il discorso fatti da Prodi per i lavoratori.
(trattasi di superficialità od anche in questo caso del caro precetto dell’obbedienza?)

Ora non mi stupirei se all’assemblea della confindustria, il pio Prodi leggesse il discorsetto destinato ai lavoratori:

Soluzione in 4 punti
In primis, no alla precarietà del lavoro;
secondo, aumento del valore dei salari;
terzo, ridurre la pressione fiscale alle persone fisiche, anziché privilegi alle imprese;
quarto, trippa per tutti!

Vedo già i vecchi baroni, e soprattutto la “nuova razza padana”(leggasi: “amici di D’Alema”) alzarsi in piedi per una standing ovation
Sarebbe la seconda per Prodi.

Vuol dire che aspetterò le altre due per raggiungere quelle del cav.; siamo o non siamo in periodo di par condicio?



(*) Il testo è tratto da “repubblica”. E’ stato copiato pari pari. (errori di ortografia compresi!)

( http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/economia/congrescgil/prodicgil/prodicgil.html )

This page is powered by Blogger. Isn't yours?